Il mercato eCommerce è per sua natura globale: tutti gli store sono potenzialmente aperti a visitatori di tutto il mondo e le opportunità di espansione sono pressoché infinite. Questo non significa che chiunque sia pronto a intercettare clienti di altri Paesi e a spedire i propri prodotti agevolmente cross-border. Per farlo ti serve una lunga preparazione, gli strumenti e software adeguati e, solitamente, l’affiancamento di consulenti esperti. Per sostenerti come merchant nella conquista di “nuovi lidi“, abbiamo elaborato, in collaborazione con Fattoretto agency, una guida per posizionarsi a livello SEO in nuovi mercati e per gestire le spedizioni internazionali in modo semplice, nel rispetto degli adempimenti doganali.
Qui anticipiamo alcune indicazioni e dati; puoi scaricare la guida completa in fondo all’articolo:
- Perché espandere il proprio eCommerce cross-border
- Come posizionare il proprio store sui mercati internazionali
- Analogie e differenze tra spedizioni cross-border verso Paesi UE e extra-UE
- Come semplificare le operazioni doganali per spedizioni extra-UE
Perché espandere il proprio eCommerce cross-border
In Italia, l’eCommerce di prodotti sta crescendo, anche se a un ritmo più basso rispetto a quello post-pandemico, come abbiamo visto dall’ultima edizione annuale dell’“Osservatorio eCommerce B2c“. Tuttavia, la sua diffusione è ancora molti passi indietro se comparata a quella in quasi tutti i Paesi Europei: solo il 59% della popolazione italiana compra online, contro il 94% nei Paesi Bassi, oltre il 90% dei Paesi Nordici e 82% di Francia e Germania (dati: eCommerce Europe). Mentre lo shopping online prende piede qui nel Belpaese, sarebbe una grande occasione persa rinunciare ai potenziali acquirenti stranieri, se si hanno i mezzi per investire in questo senso. In alcuni settori, come food, fashion, wine e tanti altri, per di più, se vendi merce Made in Italy, la domanda estera è sempre elevata e avendo un prodotto unico, puoi permetterti un prezzo e un margine più alto, in assenza di una vera e propria concorrenza.

Altri numeri sulla frequenza degli acquisti online, l’aumento degli ordini dall’estero degli eCommerce italiani negli ultimi 2 anni e altri sulle realtive spedizioni sono presenti nella guida scaricabile in fondo all’articolo. La maggioranza dei merchant ha già “mollato gli ormeggi” e predisposto una strategia di internazionalizzazione: secondo i dati di una ricerca globale Visa, il 66% degli store online vende cross-border. Posizionarsi e presidiare un mercato prima di un competitor è fondamentale per le prospettive di crescita, per questo serve uno studio SEO appropriato.
Come posizionare il proprio store sui mercati internazionali
Per attirare traffico da un altro Paese, non basta ovviamente tradurre tutto il sito in modo professionale. Innanzitutto, c’è da considerare che il motore di ricerca varia completamente a seconda del Paese (Google ha versioni diverse per ogni lingua per cui fornisce risposte diverse pur con la stessa query, per non parlare degli altri motori di ricerca). In più, la buyer persona di una determinata country ragiona e ricerca i prodotti da acquistare con logiche peculiari, potenzialmente diverse da quelle italiane e tutte da studiare. Il nostro partner certificato Fattoretto Agency condivide con noi alcuni consigli SEO essenziali per espandersi verso nuovi mercati internazionali. Tra questi:
- registra un dominio per ogni versione linguistica del tuo store; puoi usare la directory solo se il tuo dominio di primo livello è .com (ad esempio .com/ch-de, per gli utenti svizzeri di lingua tedesca);
- analizza la concorrenza per stimare il costo e il tempo necessari per posizionarsi su alcune query strategiche nel medio/lungo termine;
- progetta uno schema informativo per l’audience di ogni Paese, o meglio di ogni comunità linguistica all’interno dei vari Paesi (per Paesi multilingua come il Canada o la Svizzera).
Per andare più in profondità riguardo alle azioni preliminari da attuare in ottica SEO per internazionalizzare il tuo store, puoi consultare l’ebook scaricabile in basso.
Analogie e differenze tra spedizioni cross-border verso Paesi UE e extra-UE
Poniamo che il lavoro per farsi raggiungere da nuovi clienti in mercati esteri sia stato svolto con successo. Quando gli ordini cross-border cominciano ad arrivare, è necessario, ovviamente, aver già previsto il flusso di fulfillment e spedizioni.

La distinzione fondamentale è tra:
- spedizioni verso Paesi UE: 27 Paesi aderenti all’Unione Europea e in più Principato di Monaco, Repubblica di San Marino e Dipartimenti d’Oltremare francesi. Rimane escluso il Regno Unito, dopo la “Brexit” completata il 1° Febbraio 2020. Per le spedizioni verso il Regno Unito dobbiamo far riferimento al Trade and Cooperation Agreement tra UE e UK (abbiamo trattato il tema specifico della Brexit per eCommerce in questo video).
- spedizioni verso Paesi extra-UE: in questi casi le Dogane impongono diversi obblighi in più rispetto alle spedizioni intra-europee, che potrebbero essere un grattacapo e una perdita di tempo per un merchant senza gli adeguati strumenti, come vedremo nel prossimo paragrafo.
In entrambi i casi, per chi si occupa del customer care e della logistica all’interno dell’azienda eCommerce sarà essenziale non perdere mai traccia delle spedizioni cross-border in corso. È un aspetto tutto fuor che scontato, tanto più che, spesso, al varcare di alcuni confini, la merce viene affidata – in base ad accordi del trasportatore originario – a un nuovo corriere locale (es. poste nazionali del Paese di destinazione finale), con un diverso tracking number. Il percorso verso il caos è breve, sia per la tua organizzazione che per il cliente. Per fortuna, software come Qapla’ restituiscono la situazione in real time di +170 corrieri internazionali anche con il “cambio di corriere”, su un’unica dashboard, traducendo in soli 9 stati standard della spedizione quelli trasmessi da ogni trasportatore.
Come semplificare le operazioni doganali per spedizioni extra-UE
Mentre per inviare un pacco verso un Paese UE è sufficiente attaccare l’etichetta del corriere, come per le spedizioni nazionali, per invii extra-europei è necessario allegare diversi documenti doganali, a seconda della destinazione. I più comuni sono la dichiarazione di libera esportazione e la “fattura pro forma“, una copia della fattura commerciale necessaria per conoscere il valore della merce e calcolare eventuali dazi. Anche questi ultimi non sono dovuti all’interno dell’UE e sono variabili in base al Paese di arrivo; generalmente, il pagamento è responsabilità del merchant.
La piattaforma per la gestione delle spedizioni Qapla’ ha sviluppato una soluzione pensata per allegare digitalmente (in “formato paperless“) i documenti obbligatori al momento stesso della creazione dell’etichetta e quindi della spedizione col corriere scelto. In questo modo, risparmi tempo, carta e inchiostro della stampa e velocizzi i controlli in Dogana:

Con Qapla’ potrai semplificare tutte le operazioni doganali anche perché sarai allertato in tempo reale ogni qual volta la merce si fermerà per un controllo prolungato; potrai scegliere anche se mandare un’email dedicata in automatico al destinatario. Nella guida scaricabile qui sotto, scoprirai nel dettaglio come le spedizioni cross-border possono essere affrontate senza troppi pensieri, da parte della tua organizzazione e dai tuoi clienti:
© Blog Qapla’, Riproduzione riservata