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Innovazioni “Last Mile”/2: YAPE, il Corriere Robot

Leggi l'intervista a Filippo Galanti (e-Novia) su YAPE, Corriere Robot in sperimentazione per le consegne urbane. Questo il futuro nel Last Mile Delivery?

Ci sveglieremo un giorno con un robot che ci bussa alla porta per consegnarci quanto ordinato con comando vocale o magari in base a un algoritmo calcolato sui nostri acquisti e rifornimenti periodici? Può sembrare una prospettiva fantascientifica, eppure può essere un futuro più vicino di quanto si pensi. Che ruolo giocherà l’automazione nelle spedizioni del presente e del futuro?

Per il secondo focus sulle innovazioni nel “last mile” delle consegne, ci occupiamo oggi di YAPE, il corriere robot, progetto tutto italiano firmato e-Novia e sviluppato assieme al Politecnico di Milano. Y.A.P.E. è un acronimo che sta per Your Autonomous Pony Express ed indica il robot ultraleggero per l’urban delivery e tutto il sistema che ruota attorno ad esso. L’idea è quella di un piccolo veicolo che possa agilmente percorrere da solo tragitti cittadini con un carico fino a 70 kg, riconoscendo mittente e destinatario, evitando traffico e ostacoli e riducendo l’inquinamento e il congestionamento delle città. Abbiamo avuto il piacere di parlarne con Filippo Galanti, Business Development Manager di YAPE. 

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Filippo Galanti, E-Novia Business & Innovation Developer, YAPE Adviser

1) Buongiorno Filippo. Grazie mille per la disponibilità. Innanzitutto, puoi spiegare brevemente a dei “profani” come funziona la tecnologia di YAPE?

Il sistema è basato su un veicolo basculante, un robot a due ruote, autostabilizzato, con ruote in continuo movimento per mantenere la propria stabilità nella posizione verticale. E’ programmato per muoversi da un punto A dove raccoglie un determinato oggetto a un punto B dove lo dovrà consegnare. La configurazione è stata scelta per garantire manovrabilità e agilità del veicolo. Il robot può muoversi su stesso garantendo massima manovrabilità e minimizzando i consumi energetici in quanto gli strisciamenti laterali sono opportunamente ottimizzati. Il sistema di stabilità è quello del così detto “pendolo inverso”. E’ stato disegnato per muoversi nelle città europee con marciapiedi stretti e piccole piste ciclabili ed è pensato per interagire con le infrastrutture delle città del futuro, risolvendo i classici problemi del traffico urbano (come attraversare la strada) tramite i suoi algoritmi, tanto più complessi quanto più lo è il percorso da A a B.

2) La spedizione viene tenuta sotto controllo da remoto o ricevete una segnalazione solo in caso di problemi? Fino a che punto YAPE richiede l’intervento umano?

Non è nostro obiettivo realizzare un servizio “full autonomous livello 5” (come quello annunciatoo da Elon Musk con Tesla), ma un livello 4, considerando che trasportiamo oggetti e non persone: è prevista l’assistenza dell’uomo, tramite un remote control station (stazione di controllo), dove l’operatore, su segnalazione del veicolo, potrà intervenire su di esso e comandarlo. Nell’esempio di attraversamento pedonale, YAPE potrà essere in grado di riconoscere il semaforo e anche di dialogare con esso se sarà un oggetto IoT e quindi riuscirà ad attraversare; se invece l’incrocio è più complesso, non raggiungerà il livello di confidenza in grado di attraversare in sicurezza, alzerà un flag e chiamerà l’operatore che prenderà il controllo di YAPE e lo potrà guidare attraversando la strada e finchè avrà bisogno di assistenza.

Il controllo da remoto è comunque sempre previsto per motivi di sicurezza, eventuali guasti, manomissioni o atti vandalici.

Al di là del lavoro di progettazione e customizzazione, si creerà tutto un indotto di attori che lavoreranno per l’utilizzo del servizio, che vanno dal manutentore all’operatore che controlla il veicolo da remoto e chi lavorerà all’integrazione della flotta o alla creazione di basi di ricarica, oltre all’indotto legato all’erogazione del servizio di consegna (call center, app).

3) YAPE è stato testato inizialmente a partire dagli ultimi mesi del 2017 a Cremona. Quali sono stati i risultati? L’interazione con l’uomo e con gli ostacoli urbani è andata secondo le aspettative?

I risultati sono stati estremamente positivi da più prospettive. Dal punto di vista della stabilità e della dinamica veicolare, il veicolo all’inizio ha ricevuto richieste specifiche in termini di ammortizzazione e controllo di stabilità dovute alle caratteristiche del terreno del centro storico di Cremona che – per quanto bellissimo – presenta delle difficoltà proprio per quanto riguarda i marciapiedi e le aree pedonali, come la maggior parte delle città europee. Questo ci ha permesso però di migliorare molto la stabilità del veicolo che fino ad allora era stato testato in un contesto urbano con un asfalto liscio.

Per quanto riguarda l’interazione uomo-robot (human robotics interaction) e anche con l’ambiente circostante, abbiamo assistito aun buonissimo impatto. Dopo l’iniziale curiosità, le persone si sono abituate a veder circolare YAPE e lo hanno “conosciuto”. Oggi per chi cammina per Cremona, YAPE è un sistema accettato e conosciuto dalle persone.

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4) Avete già avviato la sperimentazione in altre città? In base a quali criteri le scegliete al momento? 

L’altra città dove stiamo sperimentando è Milano, dove è stato anche avviato il progetto “Action for 5G” con Vodafone che si basa sulla implementazione della rete 5G e vede la collaborazione di Esselunga e Poste Italiane; siamo inoltre in trattativa con altre città italiane. Contemporaneamente abbiamo avviato due progetti di sperimentazione in Giappone e Stati Uniti.

Vorremo sperimentare YAPE sia in Italia ma anche all’estero, date anche le barriere legislative sulla circolazione stradale che ci vincolano oggi nel nostro Paese. Queste ci hanno fatto iniziare una serie di attività sia di internazionalizzazione sia di test del servizio anche in altri Paesi.

Stiamo utilizzando YAPE anche per le consegne in ambito privato: per le industrie, per i campus e tante altre opportunità dove non siamo vincolati dal contesto normativo e ci lasciano più spazio di manovra.

5) Quali sono in generale le maggiori criticità del servizio?

La maggiore criticità riguardano senza dubbio gli aspetti legislativi. Questo è un tema di grande complessità e sinceramente non possiamo essere da soli ad affrontarlo. Parte innanzitutto dalla cooperazione con le amministrazioni comunali. I test che oggi svolgiamo servono da un lato per migliorare le caratteristiche tecniche di guida autonoma del veicolo, dall’altra per raccogliere dati e informazioni che ci permettono di definire quelle che sono le interazioni di YAPE con l’infrastruttura, con le persone, così da poter definire delle leggi stradali che potranno un domani gestire le relazioni che dovrà avere la tipologia di veicolo che sarà. Oggi c’è una falla legislativa dove in pratica il veicolo non è classificato e questo non gli permette di circolare liberamente e questo ci impedisce di testare il servizio in maniera snella e veloce.

6) Avete già accordi con aziende eCommerce? Quali vantaggi porterebbe la consegna tramite YAPE?

Non sono ancora stati rilasciati accordi pubblici al momento anche se siamo in trattativa con importanti aziende di eCommerce che è un mercato che al momento sta esplodendo e dove intendiamo assolutamente essere presenti. Noi entriamo nel “last mile”, la consegna dell’ultimo miglio. In un contesto in cui c’è un hub o un magazzino a pochi km dal cliente finale noi possiamo integrarci completamente: possiamo utilizzare una flotta di veicoli opportunamente dimensionata per la list mile delivery. Per quanto riguarda consegne con grossi magazzini più lontani dalle città, esistono modelli misti già lanciati anni fa tramite Daimler e Starship: una flotta di YAPE viene custodita all’interno di van o di un hub specifico; c’è un primo veicolo per il trasporto di medio raggio di un quantitativo importante di pacchi da una postazione fuori dalla città fino a un centro di smistamento interno e da questo poi possono partire una serie di corrieri robot per la consegna ai consumatori finali dislocati nel centro abitato.

L’innovazione sta non solo nella soluzione ma anche nel processo. C’è una soluzione più di tipo “lineare”, in cui ci integriamo con le operations degli eCommerce e replichiamo il loro processo di consegna con un’altra tecnologia. In altri casi rinnoviamo completamente il modello di business, sostituendoci ai metodi di consegna che un certo modello imponeva a aziende eCommerce.

7) Da anni Amazon ventila l’ipotesi delle consegne tramite droni; inoltre, numerose start-up stanno sperimentando in tutto il mondo auto e furgoni a guida autonoma anche per le spedizioni. Pensi che il futuro della delivery passi dalla consegna automatizzata? In che misura?

Oggi ci vorrebbe la sfera di cristallo per rispondere. Quello che è certo è che il trend è di trovare una soluzione scalabile automatizzata per venir incontro ai numeri di mercato. L’amministratore delegato di Foodora ci diceva tempo fa che, per i loro ritmi di crescita delle consegne, un domani, o tutti andranno in bicicletta o ci sarà un metodo alternativo di delivery. Sicuramente ci sarà una soluzione mista per quanto riguarda consegne aeree o di terra. Non penso che ci sarà un unico vincitore, a qualcuno converrà un certa tecnologia e a chi un’altra. Ad oggi i droni aerei hanno la criticità del tema sicurezza che non permettono di essere utilizzati in un contesto urbano. Una soluzione di terra come YAPE che si muove in uno spazio e a una velocità limitati risolve la complicazione della sicurezza pur avendo il problema dei limiti legislativi e del supporto politico per l’implementazione futura.

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8) Prevedi un futuro in cui anche le consegne su lunghe distanze e al di fuori della aree urbane potranno essere automatizzate?

Oggi noi operiamo sul last mile. Non abbiamo sviluppato le competenze per quanto riguarda le soluzioni first mile. Ma le tecnologie già esistono. Già si sente sente parlare di aerei che viaggiano in maniera semiautomatica. La sfida del futuro è quella di creare un’infrastruttura capace di rispondere a queste esigenze e innovazioni.

In questo preciso momento ci siamo concentrati sul last mile anche perché questo riguarda il 50% dei costi totali di consegna perché altamente inefficiente: le consegne di oggi utilizzano van a combustibile molto inquinanti e con problemi di parcheggio e che spesso si muovono semivuoti per consegnare pochi pacchi.

9) Si sta diffondendo anche la consegna nei locker (non solo Amazon – per il servizio InPost vedi: https://blog.qapla.it/locker-inpost-intervista/). Pensi che sia possibile un’integrazione con YAPE ?

Ci siamo già confrontati con chi utilizza servizi di locker. Ma YAPE può essere visto come un locker mobile, che può essere aperto attraverso un sistema di piattaforma gestibile dal mittente e dal destinatario. Una o più persone inseriscono una o più oggetti al suo interno e una o più persone sono incaricate di riceverli.

10) Come vedi il futuro dell’eCommerce in Italia e in Europa?

I numeri ci dicono che andiamo sempre più verso un mondo portato ad acquisti sempre più veloci, compulsivi, imminenti. I numeri sono già importanti e si attesteranno sulla crescita a doppia cifra. Sarà una necessità far circolare gli oggetti in modo molto più efficiente. Noi stiamo cercando nel nostro piccolo di dare il nostro contributo per quanto riguarda la “last mile”: c’è bisogno del supporto di tutti per migliorare questo sempre più importante aspetto della vita delle persone, non solo da parte delle start up innovative ma anche delle grossi corporate, così come dei fondi e delle politiche che devono venire incontro a un ammodernamento delle città e della legge.

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