Si è concluso da pochi giorni il Web Marketing Festival al PalaCongressi di Rimini, a cui abbiamo preso parte come visitatori per questa full immersion di formazione e scambio di idee e di cultura dell’innovazione. Ecco una breve serie di contributi di questa edizione che- nella veste di Qapla’ – ci hanno colpito e ispirato…
Cosa fa di un evento un Evento?
Nell’era dei social e della libera comunicazione potremmo dire le masse. Non sono rari infatti i casi in cui, al fine di attirare fiumi di persone ad un evento, si sceglie di dare risalto più alla forma che non al contenuto. Come direbbe il nostro Luca Cassia, tirando fuori “nani e ballerine!”.
Per mia gioia, il Web Marketing Festival non rientra in questa casistica. L’ampio ventaglio di opportunità ha offerto alla platea l’occasione di trovarsi e confrontarsi in un contesto altamente stimolante e dai contenuti di assoluto valore. Ben 16 le sale teatro degli speech che, nella tre giorni riminese, hanno ospitato i temi più disparati. Dalla SEO alla Sostenibilità, passando per il Content Marketing ed il Giornalismo tutte legate tra loro da un, forse inatteso quando si parla di digital, file rouge: l’essere umano.
NO messaggio chiave, SI’ emozioni chiave
Al centro della continua evoluzione digitale del mercato italiano appare, quanto mai prima d’ora, centrale la figura dell’uomo e quanto viva sia la necessità di instaurare e mantenere una relazione emozionale anche per quel che concerne gli aspetti virtuali della sua quotidianità. Non si tratta solamente, come afferma Kotler, “di captare gli stimoli provenienti dai consumatori e diminuire il tempo di risposta” ma si tratta di trovare, come ribadisce Andrea Fontana (presidente di Storyfactory), un’ “emozione chiave” attorno alla quale brand e audience possano trovarsi e riconoscersi.

Ben 19 dei 24 touch point che precedono la conversione, ci dice poi Giorgio Soffiato (A.D. di Marketing Arena), avvengono online, motivo per il quale non è concesso sbagliare approccio all’interno di quello che è, di fatto, il maggiore luogo d’incontro tra domanda e offerta.
Facce ride…ma con criterio!
Rimanendo in tema “emozioni” non bisogna tralasciare l’importanza ricoperta dall’ironia. Prezioso è stato, in tal senso, l’intervento di Valentina Falcinelli (copywriter, formatrice e titolare dell’agenzia Pennamontata), la quale spiega come l’approccio ironico possa rivelarsi uno dei migliori per promuovere e creare una connessione empatica con la propria audience. Fondamentale, al fine di evitare che tale ironia finisca per risultare inutile se non controproducente, è controllarne gli equilibri. Volendo citare proprio la Falcinelli, posso dire che occorre “rendere l’ironia riconoscibile ma non spiegabile”.
Le vendite di pancia nascono dal cervello

Sebbene non occorra essere dei neuroscienziati per comprendere che ogni nostra azione, per quanto istintiva, nasca dalle sollecitazioni che stimolano il nostro cervello, conoscerne le dinamiche, intuirne i comportamenti e prevederne le reazioni diventano, attraverso il Neuromarketing, azioni pratiche da attuare e misurare all’interno delle proprie strategie di marketing. L’intervento di Andrea Saletti (Neuromarketing Specialist) si presenta in tal senso come una finestra aperta su un mondo, quello delle neuroscienze applicate al marketing, dagli infiniti risvolti. Sapere come e quando rassicurare un cliente, rafforzarne la scelta o anche semplicemente raccoglierne l’opinione sono solo alcuni dei passaggi che conducono alla realizzazione di un legame forte e duraturo e questo può avvenire solo attraverso la conoscenza dei meccanismi che, attraverso le nostre sollecitazioni, inneschiamo in chi ci ascolta. L’importante, come più ribadito da Saletti, è agire per coinvolgere e persuadere (nel senso più etico del termine) e mai per manipolare. Come si dice, “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”.
Il festival chiude i battenti, gli standisti come i musicisti sono gli ultimi ad abbandonare la nave. File di taxi, treni da prendere e aerei su cui salire. Anch’io riprendo la via di Firenze ripensando sicuramente a quel futuro, forse non troppo lontano, che nelle aule del Web Marketing Festival mi è apparso ancora più vicino e a misura d’uomo ma anche a quell’aria festosa di Rimini che fa sempre bene all’anima.
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